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Specialista patologie spalla e gomito

Cura delle patologie della spalla e del gomito, sia in elezione che in urgenza post traumatiche. Gestione delle patologie della spalla e del gomito dolorosi degenerativi e post traumatici, offrendo al paziente tecniche di trattamento all’avanguardia conservative o chirurgiche: artroscopiche, open e sostitutive

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La parte superiore dell’osso della scapola è chiamata Acromion. L’articolazione formata dalla connessione dell’Acromion con l’estremità laterale della clavicola è detta articolazione Acromion-Clavicolare (A-C).

Normalmente in questa area compare una rilevazione, che in alcuni casi puo’ essere anche di grosse dimensioni. Come la maggior parte delle articolazioni del nostro organismo, questa articolazione ha estremità ossee rivestite di cartilagine e un un disco cartilagineo detto menisco nel suo interno. L’articolazione è rivestita da una capsula, e la clavicola è mantenuta nella sua corretta posizione da due forti legamenti detti legamenti coraco-clavicolari.

Si danneggia soprattutto in conseguenza di cadute con un trauma diretto sulla spalla. Il trauma può causare l’allontanamento dell’acromion dalla clavicola, provocando una vera e propria lussazione. Un trauma di piccola entità può determinare un semplice stiramento dei legamenti di supporto dell’articolazione (Grado I), ma traumi più gravi possono causare la lesione parziale dei legamenti (Grado II) o la loro rottura totale (Grado III). I traumi più violenti poi determinano la protrusione della clavicola subito al di sotto della pelle, con deformità evidente del profilo della spalla, dolore ed impotenza funzionale

L’esame clinico spesso mostra un rigonfiamento morbido e crepitante al polo superiore della scapola nella zone dell’articolazione, con ipermotilità caratteristica (segno del “tasto di pianoforte”). Una radiografia di confronto della spalla traumatizzata rispetto all’altra potrà essere utile per confermare il sospetto diagnostico e per valutare il grado di gravità

Nei casi meno gravi (Grado I e II) il miglior trattamento è certamente quello conservativo, cioè applicare con frequenza ghiaccio localmente per inibire il gonfiore ed il dolore e mantenere il braccio in appoggio in un tutore, meglio se specifico, per scaricare una parte del peso dell’arto e limitare il movimento dell’articolazione stessa. Nelle lussazioni di grado più elevato (da Grado IV in poi) è indicato un trattamento chirurgico, seguito da un periodo di immobilizzazione dell’arto in tutore.

Nella maggior parte dei casi la guarigione avviene in alcune settimane, da 3 a 6, a seconda della gravità del trauma.

Generalmente l’intervento chirurgico è riservato ai casi di lussazione oltre il Grado III, così come nei casi in cui, dopo alcuni mesi dal trauma e dopo un completo e corretto trattamento conservativo, residua dolore alla pressione diretta dell’articolazione o per movimenti del braccio al di sopra della testa in occasione di lanci o del sollevamento di oggetti, oppure la deformità residua dell’articolazione non è accettabile per il paziente

L’artropatia della A-C può presentarsi come una patologia isolata e determinare rigidità, dolore e  gonfiore. Un’altra condizione, detta DCO (Osteolisi Distale di Clavicola) dà un quadro clinico simile ma colpisce generalmente persone giovani che sollevano molti pesi e per questo è detta “Spalla del sollevatore di pesi”

Nella maggior parte dei casi di dolore della articolazione A-C in quadro artropatia primitiva o post traumatica resistente a trattamento conservativo si ottengono buoni risultati con la procedura artroscopica di Mumford: pulizia dell’articolazione stessa e resezione della porzione terminale della clavicola. Nei casi di lussazione di una certa gravità, questa tecnica può essere meno soddisfacente e rendersi necessaria una procedura più invasiva con ricostruzione dei legamenti coraco-claveari con tecniche differenti a seconda della tempistica del trattamento   acuto o cronico; in acuto una delle più utilizzate è l’intervento di Weaver Dunn che si realizza tramite un incisione in corrispondenza dell’articolazione AC, nel cronico si rende sempre necessario l’utilizzo di innesti sintetici o biologici autologhi.

Varia a seconda del tipo di intervento effettuato. Generalmente dopo un intervento tipo Mumford il braccio deve rimanere a riposo in un tutore per una decina di giorni. Il bagno è possibile dopo 5-7 giorni, mentre immediatamente gomito e polso dovranno essere mobilizzati anche attivamente. Il sollevamento di pesi è da evitate per le prime 3-4 settimane. Dopo un intervento più complesso di ricostruzione legamentosa  servono almeno 4 settimane di immobilizzazione del braccio in un apposito tutore prima di poter iniziare la mobilizzazione della spalla. Questo tempo è necessario per la “cicatrizzazione” dei legamenti. In seguito il programma riabilitativo sarà simile a quello dell’intervento di Mumford.

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Specialista in ortopedia, traumatologia e chirurgia della Spalla e del Gomito