skip to Main Content

Specialista patologie spalla e gomito

Cura delle patologie della spalla e del gomito, sia in elezione che in urgenza post traumatiche. Gestione delle patologie della spalla e del gomito dolorosi degenerativi e post traumatici, offrendo al paziente tecniche di trattamento all’avanguardia conservative o chirurgiche: artroscopiche, open e sostitutive

©DottorCesari_Spalla (1)
Capolungo_original
Capolungo02_original

Il capo lungo del bicipite è una struttura tendinea cordoniforme posizionata nella zona anteriore della spalla. Origina dal polo superiore della glenoide (la cavità ossea della spalla nella quale si appoggia la superficie sferica della testa omerale) e fuoriesce dall’articolazione della spalla scorrendo nel solco bicipitale dell’omero. Al di sotto della spalla il tendine si trasforma nel ventre muscolare del capo lungo del bicipite. Il capo breve del bicipite è invece il ventre muscolare che fa seguito alla struttura del tendine congiunto che prende a sua volta origine dal processo osseo della coracoide, struttura esterna ed anteriore alla spalla. Il muscolo del bicipite ha quindi due punti d’ancoraggio spalla, di cui uno intra articolare. La sua funzione è di sollevare il braccio e piegare l’avambraccio sul braccio contribuendo alla sua rotazione.

In generale queste lesioni sono più frequenti con il passare dell’età. Con il passare degli anni i tendini perdono la loro elasticità e diventano sempre più rigidi e fragili. Anche la vascolarizzazione dei tendini, che porta loro il nutrimento, si riduce con l’età. Questi processi degenerativi possono essere più pronunciati in soggetti sedentari, ma possono essere rallentati con appropriati e regolari esercizi. I soggetti ben allenati, comunque, non sono immuni da lesioni dei tendini del bicipite poiché condizioni di sovra o non corretto allenamento possono danneggiare anche tendini originariamente sani.

Come menzionato in precedenza l’età, l’inattività o l’eccessiva attività possono indebolire questi tendini con la conseguente riduzione della capacità degli stessi di far fronte a sforzi ripetitivi o sovraccarichi improvvisi. Un evento non raro è rappresentato dalla fuoriuscita (lussazione) del tendine del capo lungo del bicipite dal suo solco sulla testa omerale. Tale evento si manifesta soprattutto in presenza di una lesione del tendine del sottoscapolare o di altri tendini della cuffia dei rotatori che normalmente contribuiscono a mantenere il tendine bicipitale nella sua sede. Il tendine del capo lungo del bicipite può essere anche danneggiato a livello della sua inserzione sul polo superiore della glenoide e ciò implica una avulsione, totale o parziale, dell’ancora bicipitale con conseguente instabilità dello stesso.

Se il tendine o la sua guaina vengono irritati si infiammano determinando dolore e gonfiore. Questa condizione è definita “tendinite” o “tendinopatia” (Scopri di più sulle Tendinopatie della spalla e del gomito). Piccoli traumi possono anche determinare la rottura di alcune fibre tendine. Al crescere dell’importanza e violenza dei traumi corrispondono maggiori lesioni delle fibre tendinee fino alla rottura parziale o totale del tendine. Alla completa rottura del capo lungo del bicipite fa seguito la discesa del moncone tendineo nel solco bicipitale: il muscolo bicipite assumerà un aspetto “a palla”, poco al di sopra dell’articolazione del gomito. Le conseguenze sulla funzionalità del muscolo bicipite saranno modeste grazie alla presenza del secondo ancoraggio sul processo coracoideo all’esterno ed anteriormente alla spalla.

In fase iniziale il riposo, l’applicazione locale di ghiaccio, l’uso di anti infiammatori sono i trattamenti necessari e sufficienti. In alcuni casi può rendersi utile l’uso di antiinfiammatori cortisonici per tenere sotto controllo il dolore ed il gonfiore. Lesioni gravi possono non trovare sufficiente giovamento da queste terapie ed in questi casi può essere utile un trattamento chirurgico.

Il tipo di trattamento chirurgico dipende dal tipo e dalla gravità del danno tendineo. Se solo una piccola parte del tendine è danneggiata un semplice “debridement” (pulizia) per via artroscopica può rappresentare la soluzione. Qualora la maggior parte del tendine sia danneggiato allora si rende necessaria una tenotomia (resezione del tendine) ed una tenodesi (fissaggio del moncone tendineo). Tali procedure chirurgiche possono essere anch’esse effettuate per via artroscopica consentendo, con la minima invasività che caratterizza questa tecnica, di recidere l’inserzione del tendine danneggiato e di proceder ad una sua nuova fissazione su capi ossei o su altre strutture tendinee. Qualora il tendine si sia rotto spontaneamente allora l’unica procedura chirurgica effettuabile, se necessario, è la tendesi sempre che il moncone del capo lungo non sia uscito dal solco bicipitale scivolando in basso. Qualora il tendine sia andato incontro ad una avulsione parziale della sua ancora sulla glenoide (lesione SLAP) si può provvedere ad un rifissaggio in sede anatomica per via artroscopica avvalendosi di appositi sistemi di sintesi (fili di sutura e micro viti).

Dopo l’intervento l’arto operato deve essere tenuto al fianco, in posizione neutra, mediante l’utilizzo di appositi “sling” ovvero comode tasche a sospensione con o senza cuscini distanziali. Sono necessarie 4-6 settimane per la completa cicatrizzazione del tendine sull’osso o su altri tendini. Dopo tale periodo sarà possibile un progressivo ritorno a sforzi più importanti grazie all’esecuzione metodica di specifici protocolli riabilitativi personalizzati tarati in base al tipo di intervento effettuato. Le normali funzioni leggere della vita quotidiana possono essere effettuate già dalla seconda terza settimana post operatoria. Il ritorno a mansioni lavorative pesanti deve essere programmato non prima di 3-4 mesi.

CONTATTAMI E PRENOTA LA TUA VISITA OGGI

Humanitas Gavazzeni
Via Mauro Gavazzeni, 21
24125 Bergamo
Per prenotazioni visite: 035.4204500

Specialista in ortopedia, traumatologia e chirurgia della Spalla e del Gomito